La storia della polena-Madonna della Chiesa di S. Carlo

     Una polena sui generis è la statua lignea raffigurante N.S. della Fortuna, oggi sull’Altar Maggiore della chiesa di San Carlo in via Balbi a Genova. La storia di questa miracolosa scultura risale al 1636 quando, il 17 gennaio, nel porto della Città si abbatté una furiosa bufera che imperversò per ore e flagellò le navi ivi ancorate.
     Il giorno dopo, nello scempio di rottami che affollavano le acque, un solo oggetto si presentò intatto agli occhi attoniti dei Genovesi: era una grande statua rappresentante una veneranda Signora, in una mano un Rosario e in collo un Bimbo che sorreggeva un piccolo globo. La settecentesca Narrazione Storica di don Lorenzo Zignago, insieme con gli atti dei processi e la vasta documentazione bibliografica dell’epoca, attestano come la statua fosse la polena di una nave irlandese d’alto bordo, ancorata nel porto.  Distrutta la nave, la statua fu, dalla violenza dei marosi, sbalzata sul ponte detto dei Chiavari, poi scagliata nuovamente sul Molo vecchio e di là deposta intatta nelle calme acque della Darsena, avendo miracolosamente superato l’ostacolo rappresentato da un galeone che ostruiva la bocca della Darsena.
     Dopo alterne trattative, la statua, insieme con ciò che restava della nave irlandese, fu acquistata da due marinai che la collocarono nei fondi di un edificio appartenente alla famiglia Lomellini. E lì avvenne il primo miracolo: una bimba, caduta da una finestra di un piano alto del caseggiato, toccò illesa il suolo, affermando di essere stata accolta tra le braccia e deposta incolume a terra, dalla grande Signora vestita di azzurro che si trovava nel magazzino. La fama del prodigio si diffuse per la città e la popolazione chiese che un luogo sacro accogliesse la statua, di cui fu decisa la collocazione nella vicina chiesa medievale di S. Vittore: il trasferimento avvenne nel corso di una solenne processione e, all’ arrivo nel tempio, mentre i portatori si accingevano a collocare la statua nella sua nicchia, questa si mosse da sé e si posò sul piedistallo, tra la meraviglia e la devozione dei presenti. Nel 1799 la sede parrocchiale fu trasferita in S. Carlo, in Via Balbi, e la chiesa di S. Vittore, sconsacrata, fu trasformata in magazzino e poi demolita nel 1837. La statua, alla quale si attribuivano innumerevoli interventi miracolosi, fu quindi spostata con solenni cerimonie nello stesso 1799, e fu deposta in una ricca cappella, per essere poi definitivamente collocata sull’Altar Maggiore.

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La Chiesa dei SS. Vittore e Carlo, in via Balbi a Genova, in una fotografia degli anni Trenta.
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L'Altar Maggiore con la statua di N. S. della Fortuna, in una fotografia degli anni Trenta.

(Notizie tratte da Cenni storici intorno al Miracoloso Simulacro di N. S. della Fortuna che si venera nella Chiesa Parrocchiale dei SS. Vittore e Carlo in Genova – via Balbi, edito a cura di PP. Carmelitani Scalzi, Genova, 1934)

La storia della polena-Madonna della Chiesa di S. Carlo

     Una polena sui generis è la statua lignea raffigurante N.S. della Fortuna, oggi sull’Altar Maggiore della chiesa di San Carlo in via Balbi a Genova. La storia di questa miracolosa scultura risale al 1636 quando, il 17 gennaio, nel porto della Città si abbatté una furiosa bufera che imperversò per ore e flagellò le navi ivi ancorate.
     Il giorno dopo, nello scempio di rottami che affollavano le acque, un solo oggetto si presentò intatto agli occhi attoniti dei Genovesi: era una grande statua rappresentante una veneranda Signora, in una mano un Rosario e in collo un Bimbo che sorreggeva un piccolo globo. La settecentesca Narrazione Storica di don Lorenzo Zignago, insieme con gli atti dei processi e la vasta documentazione bibliografica dell’epoca, attestano come la statua fosse la polena di una nave irlandese d’alto bordo, ancorata nel porto.  Distrutta la nave, la statua fu, dalla violenza dei marosi, sbalzata sul ponte detto dei Chiavari, poi scagliata nuovamente sul Molo vecchio e di là deposta intatta nelle calme acque della Darsena, avendo miracolosamente superato l’ostacolo rappresentato da un galeone che ostruiva la bocca della Darsena.
     Dopo alterne trattative, la statua, insieme con ciò che restava della nave irlandese, fu acquistata da due marinai che la collocarono nei fondi di un edificio appartenente alla famiglia Lomellini. E lì avvenne il primo miracolo: una bimba, caduta da una finestra di un piano alto del caseggiato, toccò illesa il suolo, affermando di essere stata accolta tra le braccia e deposta incolume a terra, dalla grande Signora vestita di azzurro che si trovava nel magazzino. La fama del prodigio si diffuse per la città e la popolazione chiese che un luogo sacro accogliesse la statua, di cui fu decisa la collocazione nella vicina chiesa medievale di S. Vittore: il trasferimento avvenne nel corso di una solenne processione e, all’ arrivo nel tempio, mentre i portatori si accingevano a collocare la statua nella sua nicchia, questa si mosse da sé e si posò sul piedistallo, tra la meraviglia e la devozione dei presenti. Nel 1799 la sede parrocchiale fu trasferita in S. Carlo, in Via Balbi, e la chiesa di S. Vittore, sconsacrata, fu trasformata in magazzino e poi demolita nel 1837. La statua, alla quale si attribuivano innumerevoli interventi miracolosi, fu quindi spostata con solenni cerimonie nello stesso 1799, e fu deposta in una ricca cappella, per essere poi definitivamente collocata sull’Altar Maggiore.

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La Chiesa dei SS. Vittore e Carlo, in via Balbi a Genova, in una fotografia degli anni Trenta.
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L'Altar Maggiore con la statua di N. S. della Fortuna, in una fotografia degli anni Trenta.

(Notizie tratte da Cenni storici intorno al Miracoloso Simulacro di N. S. della Fortuna che si venera nella Chiesa Parrocchiale dei SS. Vittore e Carlo in Genova – via Balbi, edito a cura di PP. Carmelitani Scalzi, Genova, 1934)